La politica si è interessata a me a sei anni, cioè quando il mio babbo mi iscrisse nel 1942 a prima elementare: omise di iscrivermi a figlio della Lupa e la maestra, Figlia di Mussolini, mi bocciò.
Nel 1947, e per solo tale anno, la cognata del babbo si iscrisse al p.c.i.
e per la seconda volta la politica si interessò a me iscrivendomi nel casellario politico, distrutto nel 1966 dell’allora funzionario del ministro degli interni Vincenzo Parisi poi nominato a capo della Polizia. Così l’unico posto fisso fu acquisito vincendo un concorso pubblico nelle F.S. e fui assunto nel 1960 a Fortezza in Alto Adige.
La politica si è interessata a me, di recente, con due sentenze della Corte Costituzionale, la prima favorevole perché presa in forza della legittimità costituzionale, la seconda presa su aspetti finanziari di puro merito
politico finanziario di competenza governativa. Ovvero con la riduzione al solo 10% per l’adeguamento al costo della vita della mia pensione di ferroviere, al netto delle imposte di poco superiore a 1700€ mensili.
Mentre riserva gli aumenti pieni a coloro i quali, quando erano in servizio, non interessò la carriera perché questa significava trasferimenti propri e della famiglia in una settore di lavoro ferroviario ove non era assegnabile l’alloggio di servizio.
Questo mancato aumento mortifica e riduce quella fonte di entrate che necessitano a persone con invalidità motoria, come del mio caso, dal 67 al 99% tanto da non permettersi, in circostanze di peggioramento, il servizio di badanti. Questa preoccupazione si aggiunge a quella della politica della banca europea, che immettendo moneta sul mercato, spinge l’inflazione al 2% annuo. Mentre già per il 2018 sono in aumento del 5% sia l’energia elettrica sia il metano, nonché tutte le imposte e tasse di cui queste erogazioni.
sono gravate.