A 55 giorni dal rapimento, in via Caetani a Roma dentro una Renault rossa viene ritrovato il cadavere dell’on.le Moro, da poco ucciso dalle brigate rosse. Circa due anni dopo per motivi di lavoro presi la residenza nel paese di Monteroni d’Arbia ove mi iscrissi alle due associazioni di volontariato Pubblica Assistenza e Misericordia. Quest’ultima aveva da poco organizzato a Monteroni il gruppo dei donatori Fratres con lo scopo di non ricevere in caso di trasfusioni il sangue dei comunisti. Questo era il clima politico che io avevo riscontrato in questa periferia. Se lo stesso intendimento lo avessero avuto i dirigenti al vertice di allora della Dc si potrebbe spiegare il perché, tenuto conto dell’efficienza della polizia settore DIGOS, del mancato ritrovamento, in quei 55 giorni, della persona rapita. Evidentemente a costoro non andava bene la politica delle convergenze parallele, ovvero l’identità, sostenuta da alcuni cattolici, fra comunione e comunismo. Per rivivere i giorni passati dall’on.le Moro in stato di prigionia consiglio vivamente di documentarsi rivedendo il film “Buon giorno notte” di Marco Bellocchio.