Sig. Direttore Alberto Faustini e radio ascoltatori di prima pagina salve. Stiamo con un amico del Togo nel suo terreno di intraprendere delle coltivazioni possibilmente a livello imprenditoriale. Il problema da risolvere è l’irrigazione. La falda freatica si trova a 50 ml di profondità, estraibile con pompa alimentata da pannelli fotovoltaici però con acqua appena sufficiente per irrigare un orto familiare. Viceversa vi è vicino un fiume dal quale trarre un quantitativo di acqua sufficiente ad intraprendere attività agricola non solo familiare ma coltivare e raccogliere prodotti per la vendita. Ora questa situazione si potrebbe riscontrare in tutti gli stati africani. Da parte del presidente del parlamento europeo Tajani si sente parlare di un piano Marshall per l’Africa con l’intervento di imprenditori europei. Ricordo il piano Marshall americano del dopo guerra con fornitura di prodotti di consumo distribuiti agli italiani dagli americani dopo la liberazione: Scarpe scadenti e vestiario extra large. Nutro seri dubbi che possono essere forniti beni strumentali come pompe trivelle, pannelli fotovoltaici, in pratica tutto il necessario per l’irrigazione dei terreni perché tramite accordi politici con i governi locali ogni provvedimento politico in Africa è a forte rischio corruzione. Non vorrei la ripetizione delle situazioni coloniali, che assieme alle multinazionali hanno causato solo sfruttamento da parte gli imprenditori europei, perché il fine di fare attività imprenditoriale è produrre reddito.
Così ho pensato che questo aiuto possa essere svolto dalle ONG, a cominciare da quelle che svolgevano i salvataggi dei naufraghi in mare, con sostegno allo sviluppo dell’attività agricola, realizzando ove possibile sistemi di irrigazione per terreni familiari “orticelli” o territori più estesi al fine di porre le basi per la nascita di imprenditori africani che a loro volta possano offrire lavoro ai propri connazionali. Come fare per far si che queste ONG che si dedicano alla soluzione degli emigranti in Africa? Con l’irrigazione dei terreni possano in breve tempo iniziare a risolvere il problema di alimentare con attività agricola i popoli che scappano per mancanza di cibo. Come fare perché questo messaggio raggiunga le ONG e spostino la loro attività di salvataggio dal mare sui terreni africani e e continuare ad aiutare questi potenziali emigranti in tutta sicurezza sui loro territori? In pratica si tratterebbe di assicurare la sicurezza alimentare ed il sostegno allo sviluppo agricolo. Penso che lei direttore possa sintetizzare ed indirizzare questo mio appello. Grazie e buon lavoro Antonello Cini da Monteroni d’Arbia (SI)
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