Wall Street crolla, con il Nasdaq che chiude in calo del 4,43% a 7.108,40 punti in quella che e’ la sua seduta peggiore dall’agosto del 2011. Il Dow Jones perde il 2,41% a 24.585,38 punti, mentre lo S&P 500 lascia sul terreno il 3,08% a 2.656,31 punti.
Il cedimento è dovuto a tutti i settori di investimento a cominciare da quello delle auto, seguono gli energetici per il calo del prezzo del petrolio, solo chi tratta problemi di salute e le blue chip chiudono in positivo. Fra le cause più probabili l’inizio di una recessione, che gli USA pensano di fronteggiare con aiuti di stato alle banche. La situazione è grave perché i valori della borsa arretrano ai prezzi del 2003.
Anche tutte le borse del mondo seguono la stessa sorte e chiudono in calo.
Ma la descrizione dell’accaduto mostra come gli investimenti e disinvestimenti avvengono con una velocità pari alla luce cioè a colpi di clic su una tastiera di computer, se non lasciati ad algoritmi contabili. Dietro queste operazioni sta l’economia reale, fabbriche che producono, consumatori che acquistano i prodotti. Tutto si ferma perché la previsioni di iniziative politiche come la introduzione di dazi impediscono la libera concorrenza e non solo perché c’è una presa di coscienza nella società civile verso un’economia circolare fra prodotti, loro consumo ed utilizzo dei rifiuti come materie prime. Così si disinveste in borsa e si acquista oro e altri beni il cui valore non cambia nel tempo.
Ecco cosa succede a Pinocchio nella famosa e saggia favola di Carlo Lorenzini in merito alla moltiplicazione dei denari:
E pensare che, invece di quattro monete, potrebbero diventare domani mille e duemila! Perché non dài retta al mio consiglio? Perché non vai a seminarle nel Campo dei miracoli?
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