Lavori pubblici già finanziati: Soluzione ai problemi

Soluzione ai problemi dei lavori pubblici già finanziati, con lo scopo di attivare da subito la crescita del PIL contestata dall’Europa e ottenere la credibilità finanziaria dubitata dallo spread.

Siamo stati noi tutti testimoni, tramite i media, del crollo del ponte Morandi. Sono ancor da accertare le responsabilità da parte della magistratura. Tuttavia le immagini e le interviste dei media hanno rilevato la mancata manutenzione. Un noto giornale ha riportato una tabella di come sono ripartiti da 24 gestori gli incassi dei caselli nelle strade. Per quanto concerne Autostrade per l’Italia sono stati rilevati 21 miliardi distribuiti come utili e 31 miliardi impiegati in “impresa”, però manca la cifra destinata a manutenzioni da parte di Autostrade per l’Italia, tanto da potersi chiamare Autostrade per gli azionisti, anziché per l’Italia!

La tabella mostra 24 casi e su questi la voce azionisti manca a 10. Non si è in grado di comprendere perché poco meno del 4% non sono stati distribuiti utili?

Comprendere questa impostazione è di capitale importanza perché l’acqua dichiarata bene pubblico, con tanto di referendum, viceversa la gestione degli acquedotti è stata affidata per il 40% ai privati azionisti che nel periodo di magra in tutti gli investimenti si sono distribuiti utili , mentre gli acquedotti continuano ad avere perdite di acqua! I privati nella gestione degli acquedotti per fare investimenti non ricorrono al capitale proprio ma accendono dei prestiti alle banche, questa operazione non potrebbe farla un gestore interamente pubblico?

La soluzione al ponte Morandi è partita con un legge a favore di Genova, inquinata per i condoni di Ischia e perché discriminare i risarcimenti ai terremotati del Belice sistemati in costruzioni metalliche, che ricordano le favelas, fornite dell’impresa Innocenti? Sia pure con il provvedimento Ischia la soluzione del ponte Morandi è partita con la nomina di un commissario, il sindaco di Genova. Quest’ultimo, una sola persona responsabile, ha già esplicitato una roadmap degli interventi.

Genova è in emergenza a causa del crollo del ponte Morandi.

“La tematica del blocco degli appalti non deriva dalle norme, ma dalle difficoltà dell’amministrazione di fare la propria parte, poiché spesso non ha le capacità progettuali necessarie”.

Tutta l’Italia a causa dello Spread attorno ai 300 punti può risolversi in una recessione anziché in un’espansione degli investimenti ed allora perché non accelerare quegli investimenti già finanziati? Perché non cominciare da subito da quelle opere già iniziate e non portate a termine? Come la Monteroni d’Arbia – Monsidoli?

Con chi, dove, quando, perché ?

Perché : la risposta al perché è data dalla spiegazione fornita da Cantone:“La tematica del blocco degli appalti non deriva dalle norme, ma dalle difficoltà dell’amministrazione di fare la propria parte, poiché spesso non ha le capacità progettuali necessarie”.

Chi: ogni regione ha un presidente che può essere nominato commissario, alla stessa stregua del sindaco di Genova.

Dove: Ci sono opere da eseguire già finanziate, indipendentemente dalla giurisdizione amministrativa.

Quando: il governo deve iniziare da subito un inventario delle opere finanziate, affinché siano messe in moto le gare di appalto delle opere stesse, senza attendere i centri dell’impiego, i quali possono venire a seguito dopo aver iniziato una vasta mole di lavori pubblici. Non si tratta di ritornare ai tempi di pala, picco e carriola dei piani Fanfani ma di prendere da quella iniziativa la tempestività su tutto il territorio italiano. In conclusione ogni presidente di regione deve avere per legge le stesse deleghe rilasciate al sindaco di Genova.

Autore: wp_1401834

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