Crescita mancata con le false promesse di Di Maio.
La stagnazione attuale va verso la decrescita, con il PIL attuale sceso allo 0.5% rispetto a quello previsto nella manovra finanziaria dell’1% . Quindi Di Maio si ricordi delle grida onestà ed ora non ci venga prendere per i fondelli. Se davvero vuole diminuire il debito dell’Italia, sia anche perché ce lo chiede l’Europa, non sia ipocrita, ma alla mal digerita fatturazione elettronica abbini al più presto i pagamenti relativi in moneta elettronica. Così potrà essere contrastata l’evasione fiscale, così come ha fatto il Portogallo che ha recuperato lo 0,8% del PIL. Questo rimane da fare se non si vogliono tassare ancora i redditi dei soliti noti. Altrimenti non rimane che una patrimoniale. Nulla da scandalizzarsi. Tuttavia come responsabile delle attività produttive e del lavoro potrebbe creare, come nel caso di adesso di disoccupazione elevata, posti di lavoro con il non meglio interpretato reddito di cittadinanza abbinandolo ad una attività lavorativa di pubblica utilità così come fece nel 1949 il Prof. Amintore Fanfani con il piano INA casa. Allora il piano Fanfani prevedeva anche di assumere giovani disoccupati nei centri per l’impiego ripartiti in squadre di tre giovani con pala, piccone e carriola con i quali risanavano la strade bianche secondarie. Oggi i beneficiari del reddito di cittadinanza, oltre ai corsi di qualificazione, potrebbero essere impiegati a costruire marciapiedi e piste ciclabili sulle strade romane rinnovate, se non con l’asfaltatura. In alternativa nelle zone terremotate a rimuovere le macerie o nell’economia circolare per la raccolta porta a porta delle immondizie.
Quando Di Maio parla del PIL che crescerà con l’industria 4.0 sembra farneticare perché ai privati imprenditori per intraprendere queste nuove attività occorre la previsione che i loro prodotti siano acquistati dai consumatori, ma questi come possono fare acquisti se non per i soli beni alimentari con i magri salari del lavoro a tempo determinato?