La politica con il reddito di cittadinanza e quota 100 distrae dalla situazione del SSN, una volta fiore all’occhiello della sanità a livello mondiale, mentre ora un milione di italiani per curarsi deve ridursi in povertà.
Le prenotazioni ai cup delle ASL ed Aziende ospedaliere si posticipano di giorno in giorno fin ad un anno. Di fronte alla necessità che ha il medico di famiglia di avere gli accertamenti obiettivi celeri per diagnosticare una malattia si può affermare che il SSN non funziona, tranne per chi ha un’assicurazione particolare come i cittadini eletti al parlamento e le loro parentele, però pagati dai cittadini con imposte e tasse al pari del SSN. Allora anche i parlamentari debbono provare sulla loro pelle le carenti elargizioni del SSN, come le loro pensioni devono essere pagate dall’Inps, così terrebbero conto nelle finanziarie dell’adeguamento all’inflazione. Tutto questo per poter avere una minima inversione di una politica sociale basata sui principi egualitari. Quindi non solo rivedere il privilegio dei vitalizi e perché non erogare le loro pensioni, adeguate alle cariche ricoperte, dall’Inps? Così chi elabora le leggi può provarle per la loro efficacia e rendere vero quanto sta scritto in ogni tribunale: la legge è uguale per tutti.
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