PD e DEM hanno Zingaretti come nuovo segretario
Non si può disconoscere l’evento, con tutte le perplessità di avere all’interno del partito quel Matteo Renzi che del partito si fece unico rappresentante: il jobs act, come altri suoi progetti, venne imposto senza una consultazione sindacale a mezzo della quale poteva avere una non incentivazione al lavoro a tempo determinato imponendo per legge, come Thatcher docet, una remunerazione maggiore per questa forma contrattuale.
Ancora, il referendum del 4 dicembre 2016 per il cambiamento della Costituzione e la semplificazione parlamentare, non vinse non tanto per la non condivisione della riforma, ma per esserci l’umo solo al comando o Matteo Renzi come presidente del consiglio. Lo stesso Renzi che per quattro anni ha governato con i voti di Alfano e del senatore Verdini, implicato in fallimenti bancari, con i suoi seguaci di Ala.
Zingaretti, il segretario nominato dai gazebo e non solo, sembra l’antitesi di Renzi cioè ascolta prima di decidere. Restano, e seri, dubbi perché il cambiamento dovrebbe avvenire dalle persone. Tante dovrebbero essere sostituite, così il PD potrebbe già presentarsi alle europee con la novità in grado fargli riguadagnare i voti necessari per riportarsi al governo. Martina aveva promesso il sindaco di Ancona in segreteria. Cosa farà Zingaretti?
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