Ciclismo sport o sadismo?

Questo ciclismo è sport o sadismo? Vedere degli sportivi sia pure professionisti gareggiare in salite già di per se stesse proibitive per la loro pendenza ed in discese pericolose per le loro curve. Tutto questo in condizioni di tempo difficile per la pioggia ed il freddo. Viene spontaneo domandarsi quale tipo di divertimento ci sia nel verdere soffrire persone impegnate su una macchina il cui movimento è azionato dalla forza dell’uomo stesso sui pedali.

Sul Mortirolo si ricorda Pantani, sul Gavia, non percorso per pericolo di valanghe, si ricorda Coppi, poi Bartali per il tour de France del 1948.

Forse si cercano giovani ciclisti che possano ricordarci questi campioni, con tutte le loro debolezze e virtù umane, quando debbono superare ostacoli non per tutti sormontabili?

Autore: wp_1401834

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