Strage alla stazione di Bologna del 2 agosto 1980

Le zone d’ombra su cui occorre fare luce nella strage di Bologna del 2 agosto 1980 sono gli atti dei 5 gradi di processo, fino a quello per cassazione del 1995, depositati dal 2011 all’archivio di stato a Bologna dagli uffici di giustizia:

La chiave resta – come sempre – la desecretazione degli atti, e la ricerca dei mandanti, un punto che Paolo Bolognesi, presidente dell’Associazione familiari delle Vittime ha ribadito nella sala del Consiglio comunale. “Il bailamme sulla pista palestinese è una ricerca di deviare l’opinione pubblica dall’indagine sui mandanti, è un depistaggio fatto ad arte. La verità sui mandanti deve essere appannaggio di tutte le istituzioni e della nazione, è un passo avanti per la democrazia. Dobbiamo pensare al futuro, a cosa lasciamo: ci sono ancora buchi neri in giro, cerchiamo di riempirne qualcuno per andare avanti”.

I depistaggi, sostanzialmente lo conferma il giudice Leonardo Grassi, sono le tracce da seguire per risalire a coloro i quali hanno portato davanti ai giudici le false piste quindi si conoscono i nominativi di coloro i quali facevano parte dei servizi segreti e contemporaneamente iscritti alla loggia massonica P2 di Lucio Gelli.”

Autore: wp_1401834

Notizie biografiche sulla pagina del sito

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *