Raccogliendo l’invito dell’amico consulente Giovanni Cardi e scorrendo la lettura della sua storia mi viene da ricordare il romanzo i tre moschettieri di Alessandro Dumas, del quale cerco di parafrasarne i personaggi:
La regina, con le F.S.; La corona della regina, con le condizioni e tariffe trasporto merci (C&T):; I puntali di diamante della corona, con gli articoli ed allegati delle stesse condizioni e tariffe; il Duca di Buckingham con il dott. Ferretti, autorità autorevole, ma non solo funzionale, come invece era da considerare il cardinale Richelieu volto soltanto a mantenere la burocrazia e lo status-quo, assieme alle sue agguerrite guardie individuabili nei Capi Uffici Commerciali e del Traffico compartimentali, i quali esercitando il loro potere di delega lo trasferirono di volta in volta ai Capi Divisione Merci o Capi Sezione Merci, sotto le cui direttive vennero collocati i neo abilitati Consulenti della clientela.
Questa impostazione compartimentale, assieme alla burocrazia presente in tutti i settori ferroviari, pose seri limiti all’attività dei consulenti in relazione sia alla quantità ed alla qualità delle visite e dei relativi esiti i quali non ebbero seguito a livello compartimentale se non come eccezione.
In analogia al fatto che la Regina, come aveva disposto il cardinale Richelieu, con la sua pletora di seguaci, dovesse conservare e mostrare tutti i 12 puntali di diamante della corona, così nelle F.S i custodi della burocrazia volevano mantenere inalterati tutti gli art.li delle C&T e la burocrazia che ne derivava. Viceversa i consulenti misero in dubbio il puntale, ovvero gli art. 21 e 22 delle C&T, i quali assegnavano al cliente la facoltà di scelta del giorno desiderato per la richiesta del carro , del carico e del successivo trasporto.
Questa situazione imponeva allo Ufficio Movimento di approntare la assegnazione dei carri richiesti, senza la possibilità di poter predisporre una preventiva programmazione. Questa posizione subordinata alla richiesta del cliente comportò un rallentamento degli inoltri ed al mancato rispetto dei termini di resa dei trasporti stessi. Di fronte a tale circostanza, i consulenti posero alla attenzione delle F.S. “La teoria delle code“, in base alla quale il servizio sarebbe dovuto avvenire previa programmazione da parte delle F.S. ed in collaborazione con le richieste dei clienti, secondo il principio che l’attesa del trasporto doveva porsi al di fuori della stazione, operazioni queste tutte precedenti alla assegnazione del carro stesso.
Oggi è teoria praticata anche nei negozi con lo strumento che distribuisce i numeri per gestire gli accessi e proprio in periodo di pandemia è usato per evitare gli affollamenti.
Allora fu anche consigliata la concentrazione dei carri idonei al trasporto dei contenitori a Livorno Porto Vecchio, avendo avuto il consulente la notizia che l’organizzazione portuale era in grado di anticipare la conoscenza dei carichi e la destinazione finale degli stessi sulle navi portacontainers in arrivo e quindi determinare la necessità quantitativa dei carri da assegnare. Segnalazione che l’organizzazione ferroviaria dell’epoca non era in grado di prendere in considerazione.
Per diverso tempo, per fare economie furono disabilitate alla notte diverse stazioni e furono anche tolte ai treni merci le squadre di scorta del personale viaggiante, a prescindere dalla composizione per la destinazione dei carri, tenendo solo conto della direzione nord, sud.
Queste circostanze aggravarono la situazione già precaria dei trasporti. Si dette il caso di un treno completo di 2000 ton, giunto a Modane dalla Francia e diretto a Massa con prodotti da essere lavorati come unica ed intera commessa. Per la differente prestazione fra Modane ed Alessandria Smistamento, da Modane proseguivano due treni completi ciascuno dei quali però lasciava due carri. Mentre i due treni completi giungevano a Massa, i 4 carri in seguito proseguivano per Pisa San Rossore, da dove giunsero la prima volta a Massa dopo due mesi.
La ditta destinataria di Massa si rivolgeva al suo consulente ogni qualvolta era venuta a conoscenza della spedizione di un treno di 2000 ton. Venne valutata la situazione nei dettagli e fu trovata la soluzione con la collaborazione del capo stazione primo aggiunto di Alessandria Smistamento, il quale disponeva il posizionamento dei 4 carri destinati a Massa in testa al treno Alessandria Smistamento/Pisa San Rossore dopo aver ricevuto la notizia della presenza al treno del personale viaggiante, acquisita questa informazione presso ll Reparto P.V. dell’ Ufficio Movimento Compartimentale .
I tre moschettieri, interpretati dai Consulenti volevano sostituire solo due puntali dei dodici, ovvero quelli della” utenza con clientela” e” prenotazione-programmazione del trasporto ferroviario merci “, sulla base dei nuovi principi nel settore della organizzazione aziendale in buona misura proveniente da oltre oceano, USA, individuabili genericamente nel marketing aziendale e pubbliche relazioni, per la gestione del cliente.
Concludo questa fantasiosa ricostruzione ravvisando, nei tre moschettieri di Dumas dell’U fficio commerciale e Traffico di Firenze, in: Giovanni Cardi con Dartagnan per la sua determinazione e pronto a qualsiasi scontro; Piero Aiuti, detto il conte, con il nobile Athos; Piero Bargioni con l’irruento Phortos, sempre pronto a difendere i deboli anche con i suoi servizi alla Misericordia – entrambi i Piero purtroppo deceduti precocemente -; Antonello Cini detto il dottore, con il colto Aramis.
Questa metafora cerca di esplicitare i ricorrenti conflitti e mettere in evidenza il paradosso nell’organizzazione aziendale, ordinata in forma gerarchica, che tendeva a rifiutare la posizione di staff considerandola un corpo estraneo.
Antonello Cini Consulente compartimento di Firenze