Il fascismo dichirato caduto il 25 aprile 1945, al canto di bella ciao, spunta il 12 dicembre 1969 con una strage infame con la esplosione della bomba all’interno della banca dell’agricoltura.
Ma le indagini portate davanti ai giudici sono portate avanti da persone dello Stato, con radici fasciste, consentendo di depistare una verità per 50 anni.
Il muro, simbolo esterno della guerra fredda, non divideva solo i due stati di Germania ma anche i loro rispettivi alleati. Il muro durato per 28 anni aveva una lunghezza di 1400 km – pari alla distanza stradale tra Brennero e Reggi Calabria -. Per il tentativo di superarlo si ha notizia che 140 persone vi abbiano perso la vita. La storia del muro è ben sintetizzata al sito, nell’altro sito quella di Berlino di ieri ed oggi.
La caduta del muro coincide con la fine del regime comunista in URSS e negli stati ad essa alleati.
Le zone d’ombra su cui occorre fare luce nella strage di Bologna del 2 agosto 1980 sono gli atti dei 5 gradi di processo, fino a quello per cassazione del 1995, depositati dal 2011 all’archivio di stato a Bologna dagli uffici di giustizia:
La
chiave resta – come sempre – la desecretazione degli
atti, e la ricerca dei mandanti, un punto che Paolo
Bolognesi, presidente dell’Associazione familiari
delle Vittime ha ribadito nella sala del Consiglio comunale. “Il
bailamme sulla pista palestinese è
una ricerca di deviare l’opinione pubblica dall’indagine sui
mandanti, è un depistaggio fatto
ad arte. La verità sui mandanti deve essere appannaggio di
tutte le istituzioni e della nazione, è un passo avanti per la
democrazia. Dobbiamo pensare al futuro, a cosa lasciamo: ci sono
ancora buchi neri in giro, cerchiamo di riempirne qualcuno per
andare avanti”.
“I depistaggi, sostanzialmente lo conferma il giudice Leonardo Grassi, sono le tracce da seguire per risalire a coloro i quali hanno portato davanti ai giudici le false piste quindi si conoscono i nominativi di coloro i quali facevano parte dei servizi segreti e contemporaneamente iscritti alla loggia massonica P2 di Lucio Gelli.”
Il 4 aprile 1968 Martin Luther King fu assassinato a Memphis, nel Tennessee, con un colpo di fucile, mentre era affacciato al balcone di un albergo. Il suo assassino, un bianco, dichiarò di aver agito da solo.
One Man. One March. One Speech. One Dream. Dal 28 agosto 1963 l’espressione «I have a dream» è diventata un’icona universale. In un discorso di 17 minuti (vedi un estratto video qui sotto), il reverendo Martin Luther King ha condensato la potenza del suo messaggio, affidandolo ai posteri. Da quel momento la lotta contro il razzismo e la segregazione razziale non è stata più la stessa. Ha trovato nuova forza, radici e soprattutto un simbolo. Il discorso pronunciato davanti a 250.000 persone è stato uno dei più studiati (e copiati) della storia. Linguisti, filosofi, ghostwriter, teologi, esperti di comunicazione lo hanno sezionato e analizzato da qualsiasi prospettiva. In Italia si ricorda questa grande persona, in un momento che rende ancor più attuale il suo pensiero nel nostro Paese.
A distanza di 50 anni
è in atto una perdita di diritti civili, con quella discriminante che aveva intuito lo stesso Martin Luther King e cioè i diritti economici. In Italia di recente sono state attivate con la legge Jobs act delle forme contrattuali di lavoro a tempo determinato con la variante intermittente, meglio conosciute come a chiamata.
Nel 2017 l’albergo aveva una convenzione con una cooperativa di servizi che assumeva i dipendenti con contratto di lavoro a tempo determinato. Il lavoratore aveva un tot di ore giornaliere, 6 ad esempio, orario di inizio lavoro e quello di termine, le ore compiute in più erano retribuite come straordinario, con riposo settimanale prefissato. Salario di 1.050€ mensili dimostrabile con statino.
Nel 2018 l’albergo ha cambiato la cooperativa fornitrice del servizio pulizia alle camere. Questa ha fatto sottoscrivere ai propri dipendenti un “contratto di lavoro intermittente a tempo determinato” con la caratteristica che alle 2 di notte al lavoratore arriva un messaggio per entrare al lavoro alle 7,30 ; alle 8,30; alle 9.00, senza sapere quando l’orario termina.
Per effettuare un lavoro sono previsti dei minuti, esattamente 25 per sistemare a fondo una camera di albergo, con cambio lenzuola. Retribuzione 6.22 ogni ora. E, sebbene non sia mai stata dimostrato che si possa compiere il lavoro per una camera entro i 25 minuti, il tempo impiegato in più non è riconosciuto! Con lo statino del salario a 320€ mensili.
Sono trascorsi 40 anni, quando avvenne il rapimento dell’on.le Aldo Moro che aveva come politico dato vita alle convergenze parallele, ovvero quelle che oggi sono chiamate larghe intese. Al tempo nel paese in cui abito gli iscritti alla locale Misericordia fondarono il gruppo Frates per non ricevere il sangue, in caso di trasfusioni, dai comunisti.