Spread aumenta. Perché?
Tanto tuonò che piovve. Queste erano le previsioni agli ultimi di maggio che si esplicitavano ai primi d’ottobre. Gli investitori nei bot italiani, come in tutti di quelli d’altri stati, hanno mobilità assoluta, nel senso che nel giro di poche ore, possono spostare il loro investimento di titoli dal debito italiano a quello spagnolo o portoghese e viceversa, così che da questi disinvestimenti e conseguenti investimenti aumenta o diminuisce lo spread. Poi si attende la reazione del governo italiano, che nel giro di poche ore cambia il rapporto debito Pil per gli anni 2020 2021 non più al 2,4% ma ad una cifra inferiore per far calare lo spread. Per il solo 2019 il differenziale è lasciato al 2,4% . Dalla possibilità della finanza di spostare i loro investimenti senza un impegno minimo deriva il fatto che nel mondo della politica dei governi non c’è alcun accenno di certezza, in quanto la volatilità dell’economia finanziaria s’inserisce sull’economia reale con le conseguenze disastrose delle localizzazioni delle imprese secondo la convenienza sulle imposte ai loro redditi e la retribuzione più bassa dei salari. La conseguenza è il lavoro precario.
Se la politica degli stati vuole riprendersi il primato sull’economa finanziaria e l’economia reale su questa ultima, gli investimenti sui bot dei singoli stati dovrebbero prevedere un limite temporale espresso in giorni, mesi, stesso limite temporale agli insediamenti delle imprese, in modo che possa ritornare nell’economia reale la certezza.